Do what you want - la storia dei Bad Religion: recensione del libro
40 anni di storia riassunti in poco più di 400 pagine, narrati dalla band stessa senza nascondere i momenti difficili, accanto ai grandi traguardi raggiunti.
Una manciata di studenti delle scuole superiori, presentati da "amici di amici" perché probabilmente avrebbero potuto metter su un gruppo musicale. Un chitarrista costretto a suonare il basso perché non c'erano altri candidati. Un batterista che molla tutto a metà delle registrazioni del primo disco. Un altro batterista che molla tutto quando la band sta iniziando ad ingranare, dopo aver litigato per la mancata consultazione su una foto di gruppo. Brani punk da 100 secondi, con testi filosofici. Un cantante che si trasferisce a 3,000 chilometri di distanza per proseguire i suoi studi di palentologia, rendendo complicate le prove con la band. Una scena punk che in America "muore" dopo tre anni dalla nascita della band. Un secondo disco prog-rock che fu odiato dai fan e del quale la band vorrebbe scordarsi.
Moltissimi dei fattori che hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo dei Bad Religion, sembravano remare contro l'esistenza stessa della band.
Eppure, attraverso la persistenza, le giuste conoscenze, la florida scena californiana è tornata a splendere, guidata dai Bad Religion e dalla corrente punk che oggi chiamiamo “hardcore melodico”.
E allora, si passa ai concerti strapieni in Europa. Al logo visto ovunque, diventato vera e propria icona del punk. Al contratto con una major. Al disco d'oro. All'adorazione che la band trova in Germania, fin da prima della caduta del Muro di Berlino. Alle amichevoli reunion con ex-membri. All'avere tre chitarristi in un gruppo punk. Al Warped Tour. All'impegno politico. Agli oltre 400 brani registrati in carriera. Ad una manciata di "brani generazionali". All'essere considerati dei veri e propri padrini del punk, e nello specifico dell'hardcore melodico, con dozzine di band importantissime influenzati da loro. Ai festeggiamenti per i 40 anni dei Bad Religion.
E' tutto descritto nel libro biografico Do What You Want, uscito in Agosto in America, e tradotto a tempo record in Italiano da Giorgio Arcari per Sabir Editore. 415 pagine dense di storia, raccontata in maniera corale da tutta la band, seguendo il filo conduttore deciso del giornalista Jim Ruland. Un libro esteticamente innovativo, visto che ogni volta che c'è una dichiarazione di un membro dei Bad Religion, al posto delle tradizionali "virgolette" viene associata la foto del musicista stesso, e anche il font a volte cambia marcia, per sottolineare alcuni passaggi. Inoltre, ci sono due lunghe sezioni di fotografie da ammirare.
A livello di testo, è notevole come la narrazione inizi con i ragazzi già alle superiori, saltando completamente le noiose parti sull'infanzia, sui primi ascolti musicali e tutto il resto che si trova nella maggior parte delle biografie. Dopo un paio di pagine, i Bad Religion si stanno già radunando. La storia viene raccontata - quasi sempre in prima persona - in ordine cronologico e ricco di particolari per qualsiasi era della band, non risparmiando dettagli tecnici sulle registrazioni, ma risultando sempre scorrevole e offrendo molti retroscena su alcune scelte prese. Ovviamente il "succo" della narrazione si trova quando il successo diventa planetario, quando entrano nella sfera della Epitaph Records band come Offspring e Rancid, e quando purtroppo alcune lacerazioni interiori portano al conflitto fra membri della band. Questi passaggi sono genuinamente entusiasmanti, perché si percepisce il ricordo di chi aveva fra le mani qualcosa di unico.
Prima e dopo questi (lunghi) capitoli, la narrazione è un po' più rivolta ai veri fan dei Bad Religion, senza aneddoti clamorosi ma con tanta onestà intellettuale - che sia per l'aver esagerato con le ambizioni di Into the Unknown, per i problemi di droga di Brett o di alcool di Jay, o anche per tutti gli album più recenti, che in una pagina sono definiti come "un disco solido, che ci rappresenta" e in quella dopo vengono commentati più amaramente, prendendo coscienza del fatto che qualcuno aveva suonato svogliatamente, o che la produzione non era all'altezza.
Eppure i Bad Religion sono ancora qui, nel 2020 hanno festeggiato (senza concerti, purtroppo) 40 anni di carriera. La testimonianza di Do What You Want è decisamente interessante, per chi vuole saperne di più sul punk californiano.
Una nota finale, che impreziosisce la versione italiana del libro: dopo una prefazione di Andrea Rock, sono riportate 40 testimonianze personali di fan tricolori dei Bad Religion, da chi ascoltava solo metal ma alle superiori gli han passato la cassetta di All Ages, a chi ha ricevuto il suo primo pompino durante il concerto all'Alcatraz (???) - un bello spaccato di storia locale...
Bad Religion e Jim Ruland
Do what you want. La storia dei Bad Religion
Traduzione: Giorgio Arcari
Sabir Editore
€25,00